Un Autunno tra fioriture e lezioni

Sono stati due mesi intensi, forse anche troppo e non ho motivi per pensare che Gennaio e Febbraio saranno diversi.

Tutto questo fondamentalmente è legato al fatto che sto conducendo due lavori, il primo, il principale dal lunedi al venerdi come Data Scientist per Collidascope qui a Londra, il secondo come insegnante di Machine Learning e Data Science per un’azienda di Latina.

Il mio primo corso di Machine Learning come insegnante

Ad oggi ho tenuto circa 9 lezioni iniziando dai concetti base di statistica fino a trattare gli alberi decisionali e tecniche di Machine Learning avanzate come il bagging e le Random Forest.

Vi anticipo che le slide e le esercitazioni al termine del corso saranno rilasciate pubblicamente, mentre le lezioni verranno ri-registrate.

Personalmente sono molto contento di questi risultati non pensavo che insegnare mi potesse appassionare così tanto, ma sono anche consapevole che sto esagerando con gli orari perchè più volte mi è capitato di lavorare dalle 07:30 del mattino fino a mezzanotte.

Oltre a questo ci sono altre variabili esterne che stanno determinando un’alta intensità di lavoro, ma per motivi di riservatezza non possono essere raccontate in questo spazio digitale.

Cambiando discorso, un fenomeno che sto notando in questo periodo è il rafforzarsi del mio occhio da marketer analitico, ormai quando guardo una pubblicità, entro in un supermercato o in un bar non posso fare a meno di  notare come siano disposti i prodotti, i depliant o altri elementi che nel gergo vengono chiamati “Point of Sales Materials”  (Point of Sale Materials (POSM) (businessmodulehub.com)).

Anche perchè sono tutti elementi che vado ad analizzare quantitativamente con python e che caratterizzano la Customer Journey, digitale o fisica che sia.

Una riflessione sull’Immaginazione

Passando alle letture, mi sono un attimo arenato con Italo Calvino e le  “Lezioni Americane”, sia per il tempo, che manca, sia perchè alcune pagine sono particolarmente dense di significato e richiedono pazienza per poter essere assimilate.

Una lettura affascinante e proprio uno degli ultimi paragrafi ha dato vita a delle riflessioni diverse da quelle che mi capita di fare comunemente (Data Science e Business).

Ma di cosa si tratta?

La risposta è nell’immaginazione.

Il quarto capitolo “La Visibilità”, forse uno dei più  interessanti, esamina il ruolo dell’immaginazione nella letteratura, nell’arte e nell’uomo.

Non solo affronta un discorso legato a due visioni dell’immaginazione, la prima d’origine neoplatonica, che vede in questa la comunicazione con l’anima del mondo in contrapposizione con l’immaginazione quale strumento di conoscenza, ma affronta anche i rischi della perdita delle capacità immaginative individuali dovute ai nuovi mezzi di intrattenimento.

Ma perchè mi ha colpito cosi tanto questo capitolo rispetto agli altri?

Perchè questo profondo interrogarsi di Calvino su quello che sarà il futuro dell’immaginazione individuale in quella che è la civiltà (o inciviltà) dell’immmagine mi sembra maledettamente attuale.

Se inizialmente il problema di Calvino era legato allo sviluppo di una capacità di evocare immagini “in assenza”, pensate al potere dei testi e  alle nostre capacità di astrazione, e domandarsi se questa capacità fosse ancora possibile all’interno di un’umanità inondata da immagini prefabbricate, oggi si riapre un quesito legato alla relazioni tra gli individui e l’immagine che abbiamo di loro.

Un ritratto di noi distorto da quello che pubblichiamo rispetto ad un immagine basata sulla relazione ed interazione fisica.

Ovviamente non sono considerazioni recenti soprattutto in ambito politico o pubblicitario, ma sicuramente nuove per quanto riguarda i legami con le persone più vicine a noi.

Al di là di questa mia personale digressione, la Visibilità, intesa come capacità di poter immaginare attraverso una rappresentazione mentale e non strettamente legata al senso della vista, è uno dei valori che Calvino vuole salvare attraverso le sue lezioni ed avvertirci di un pericolo che stiamo correndo e cioè il rischio di perdere “il potere di mettere a fuoco visioni ad occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini”.

Discorsi che quando incontrano testi di marketing come “How Brands Grows” si comportano al pari di due correnti d’aria, una calda ed una fredda, determinando un uragano di riflessioni.

Infatti uno dei punti chiave per la vendita di un prodotto è proprio quello di creare la “Mental availability” nella mente del consumatore attraverso la costruzione di immagini e di strutture mentali che associano un prodotto alla soluzione di uno specifico bisogno.

Quell’immagine prefabbricata di cui parlava Calvino che non è necessariamente la risposta corretta ad uno stimolo del nostro corpo o della nostra mente, ma un costrutto del consumismo.

Back to ML

Alcuni ultimi aggiornamenti prima di salutarci, come avete capito sto finendo di leggere “Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio” mancano solo una 40ina di pagine, ma in parallelo sto anche leggendo “Data Science for Business”, un testo realizzato per gli studenti del MBA (Master in Business Administration) alla Stern School di New York.

Di questo libro sto apprezzando come gli autori siano riusciti a trattare degli argomenti particolarmente complessi non solo evitando di entrare nel dettaglio delle fomulazioni matematiche che li caratterizzano, ma evidenziando chiaramente i risvolti commerciali e aziendali delle varie applicazioni della Scienza dei Dati e del Machine Learning.

Consigliatissimo per chi non è tecnico e vuole scoprire le potenzialità del machine learning per il proprio business, ma soprattutto per chi è tecnico e deve acquisire una visone più commerciale (di business) della disciplina.

Inoltre vi anticipo, cosa non nuova in questo blog, che con il 2022 potrei temporaneamente assentarmi dai Social a causa della mole di lavoro e della concentrazione richiesta dalle nuove sfide dei prossimi mesi.

Un abbraccio digitale,

Andrea

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