Riflessioni di fine anno sulla cultura ed il tempo libero in Italia

Ogni anno all’inizio di Dicembre l’Istat pubblica delle analisi che, solitamente, mi fanno sprofondare nello sconforto totale.

Ovviamente si potrà obiettare che la mia fiducia nella società moderna non è altissima, ma personalmente il settimo ed il decimo capitolo del rapporto dell’ISTAT 2022, rispettivamente “Istruzione e Formazione” e “Cultura e Tempo Libero”, sono un bagno di sangue.

Leggevo questi dati e tra i miei pensieri si materializzava Nanni Moretti deluso come in quella cena dove i commensali ignoravano l’esistenza della Sacher Torte:

 “Continuiamo così, facciamoci del male”

Ma vediamo questi numeri: 

  • In Italia i residenti con un titolo di studio superiore sono il 37%
  • I residenti con una laurea o un corso di specializzazione terziario sono il 15%

Cifre imbarazzanti.

Magari qualche inguarbile ottimista spera che la questione migliori con la lettura, ma anche qui i dati sono desolanti.

Nel 2021 solo 4 persone su 10 hanno letto un libro. 

Ma perchè questa mia enfasi nello studio e nella lettura?

Perchè sono un modo per cambiare se stessi e migliorarsi, una condizione necessaria ma non sufficiente per adattarsi al mondo che evolve.

Ignoro se sussiste una condizione di causa-effetto tra l’attitudine a non leggere e l’attitudine a migliorare se stessi.

Indipendentemente da questo, vale la pena evidenziare, che:

Nessuno vuole negare l’esistenza di fattori esterni come il luogo di nasciata o le condizioni economiche delle nostre famiglie, ma spesso sono una strada semplice per non cambiare ed impegnarsi in una direzione che vorremmo intraprendere.

Escludendo assolutamente la mia storia personale, perchè sarebbe solo un momento di autoreferenzialità  con forti sfumature narcisistiche, ma ascoltando invece le storie di tanti amici a Londra venuti dalla Nigeria, dal Venezuela o dall’India, ho visto come lo studio sia stata la strada migliore per uscire da una condizione economica difficile, dove non si ci poteva permettere nemmeno un telefono fisso dentro casa.

Attenzione su questo vorrei aprire un’altra piccola parentesi, il titolo di studio non è garanzia di competenza o preparazione, anzi mi trovo particolarmente contrario al valore legale e ai titoli associati a fronte di un percorso di formazione. Ma non c’è dubbio che dedicare del tempo ad affinare le proprie conoscenze supportati dalla preparazione dei professori universitari sia un elemento di grande valore. Inoltre l’accesso a queste conoscenze oggi può avvenire gratuitamente attraverso piattaforme come Coursera, edX o YouTube.

Il problema, magari erronamente, lo percepisco essenzialmente come un problema culturale.

Attualmente la società civile non è assolutamente consapevole del problema, anche perchè non viene percepito come tale, come se queste lacune non influiscano sulla scarsa crescita del paese.

Su questo tema inoltre non voglio essere assolutamente frainteso, non è necessario imparare qualcosa che abbia un risvolto pratico o sia apprezzata dal mercato del lavoro.

Lo studio di materie umanistiche o la lettura di romanzi non è una attività di serie B.

E se mi chiedete a cosa serva la risposta è semplice: a mantenere la mente allenata.

Dal migliorare la capacità di comprendere un testo all’avere un vocabolario più ricco che permetta di esprimerci meglio.

Inoltre, i dati mostrano che noi italiani non solo non ci prendiamo sufficientemente cura della nostra mente, ma facciamo lo stesso con il corpo.

Infatti sempre dalle analisi dell’ISTAT solo il 25% degli italiani pratica sport durante la settimana.

E nel tempo libero cosa facciamo?

Non lo so, onestamente non lo so, davvero, cosa facciamo?

“Nel 2021, l’8,9 per cento delle persone di 6 anni e più ha dichiarato di aver visitato un museo o di essersi recato ad una mostra negli ultimi dodici mesi e il 10,3 per cento di aver visitato un sito archeologico o un monumento.”

A tavola qualcuno durante queste cene natalizie si sarà lamentato della politica e della attuale crisi economica, una realtà che non si può negare.

Dobbiamo iniziare a togliere l’erbacce dal nostro giardino e raccontare agli amici e familiari come lo stiamo facendo per stimolare dei comportamenti virtuosi.

Dobbiamo prenderci cura della nostra mente e del nostro corpo, il resto non arriverà automaticamente, ma sarà sicuramente più semplice da raggiungere.

Buon anno nuovo.

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