Al liceo ho avuto sempre un rapporto intenso con l’alcool, specie in vacanza o gita. Quando a 16 anni sono andato a Londra in una vacanza studio per imparare la lingua, con Giampiero andammo in un supermercato a comprare da bere. Mi ricordo ancora la scena: noi con un’autobotte di alcool e dietro il direttore del college che casualmente era venuto a fare la spesa nello stesso supermarket, alla stessa ora e nella stessa fila (mai avuta così tanta sfiga). Ci chiesero la carta di identità e quando gliela mostrammo la commessa ci disse che non potevamo comprare le birre, il rum perché non avevamo l’età, eravamo minorenni.
Voglio evidenziare il concetto: non è illegale bere una birra, ma fino a 18 anni non si è maturi.
Ecco l’Italia si trova nella stessa situazione nei confronti del nucleare, non sto dicendo no a questa forma di energia, ma sono convinto che non c’è la maturità per gestire le scorie. Non si è riuscito a gestire virtuosamente il problema di Napoli e Palermo e recentemente è stato indagato il dottor Scotti perché bruciava biomasse insieme a rifiuti speciali.
Questa incapacità di gestione non mi può che portare ad esprimere un voto contrario al referendum.
Sempre quando avevo 16 anni ho visto il mio compagno di banco, che abitava a due passi dalla centrale del Garigliano, ammalarsi di leucemia. Ha perso un anno di scuola, i professori andavano a fare lezione a casa sua perché era troppo cagionevole, la chemioterapia lo aveva indebolito oltre che fargli perdere tutti i capelli. Non lo auguro a nessuno.
Sicuramente non è imputabile la leucemia che ha avuto con la vicinanza alla centrale nucleare, allora perché in quella zona la percentuale di malati sono più alte?