Ma quanta polvere ha preso la mansarda? L’ultimo post risale al 28 gennaio! Mi sembra ne sia passato di tempo, non trovate?
Purtroppo avrei dovuto scrivere un post di carattere musicale per un amico, ma non è semplice e richiede delle considerazioni fatte con calma e attenzione, che cercherò di trovare nei prossimi giorni.
Oggi è un giorno in cui si ricordano due eventi importanti, il primo è la morte di Peppino Impastato giovane che ha dato la vita per le sue idee, per dire quanto sia una merda la mafia, il secondo è la festa dell’Europa, nel 1950 si mise la prima pietra per costruire il percorso non facile dell’Europa Unita.
In occasione della giornata oggi presso l’Università LUISS c’è stata una conferenza “Rilanciare l’Europa puntando su creatività e spirito imprenditoriale” dove hanno parlato rispettivamente:
Emma Marcegaglia, Presidente Luiss e Confindustria
Antonio Tajani, Vice Presidente della Commissione Europea
Sinceramente? Non sono stato troppo soddisfatto, anzi sono rimasto perplesso.
Il discorso della Marcegaglia riprende i soliti discorsi che sento oramai da tutte le parti:
- L’importanza dei giovani e la loro formazione
- Il credito delle aziende nei confronti delle PA che non pagano
- La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione per uscire dalla crisi
Che siano importanti non credo lo capiscano tutti dato che:
Il tasso di disoccupazione giovanile tocca punte del 50% al sud, cosa state facendo in quella direzione?
In Italia l‘esposizione debitoria della PubblicaAmministrazione verso le aziende ecc è di 50-70 miliardi, nel 2009 era di 37 miliardi, le associazioni di categoria sono riuscite a fare poco, se non nulla, perchè?
Bisogna aspettare l’applicazione forzata delle direttive europee per vedere dei risultati di cambiamento?
La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione altro tema dolente, investimenti pubblici sono praticamente assenti rispetto il resto d’Europa anzi se c’è da tagliare è la prima voce che si colpisce.
Ci sono i ragazzi della Sapienza Corse, che elaborano prototipi fantastici, che passano le giornate in laboratorio a modellare un telaio(gratis) e le altre componenti, un lavoro estremamente complesso. Per andare a gareggiare in Germania devono pagarsi aereo e soggiorno, oltre che tutti i pezzi della macchina e nonostante tutto riescono a classificarsi in posizioni ottime.
Ci sono i ragazzi di MRS una start up che si focalizza sulla progettazione di sistemi meccanici per il recupero di materiali metallici nei processi di deposizione di film sottile, processi caratterizzati da forti sprechi di materiali e complicate procedure di manutenzione, che lavorano come folli, sono arrivati al terzo posto in una competizione di interesse europeo sulle idee più innovative a Parigi, ma non hanno visto ancora un euro da parte del pubblico o del privato.
Quando mi confronto con queste realtà esento le persone che mi parlano dell’importanza dei giovani e dell’innovazione, urtano il mio sistema nervoso.
E’ stato interessante e mi ha molto colpito il discorso di Antonio Tajani, che vedeva nel settore dell’aerospazio una eccellenza made in Italy, anche dopo i successi del satellite Vega e in un quadro generale del progetto Galileo.
Quando inizialmente ho sentito “Dobbiamo investire nel settore spaziale”, nella mia testa l’unica cosa che veniva in mente era: “Qui me stanno a cojonà”.
Dico questo perchè il 13 febbraio scorso è stato lanciato con successo il satellite Vega. L’Italia ha coperto il 65% dei costi ma si è accollata la responsabilità progettuale e industriale.
Riuscite ad immaginare gli ingegneri che hanno lavorato al progetto? La conoscenza e la complessità che c’è dietro?
Da vantarsene per ore, della serie “Abbiamo vinto i mondiali siamo i meglio”, ma perchè in tutte le storie strafighe c’è sempre il “ma”, non c’è futuro o comunque la strada non sembra chiara.
Che vuol dire?
Vuol dire che senza soldi non si canta messa.
ELV è la società che ha gestito il sistema, questa società è costituita al 70% dalla Avio e al 30% dalla ASI(Agenzia Spaziale Italiana).
Punto uno, per il calibro dell’operazione le risorse arrivano dallo stato che però ha ridotto il bilancio dell’ASI.
Punto due la Avio è al’85% del fondo Cinven che lo ha messo in vendita e il 15% di Finmeccanica.
Accade che lo spazio non è il “core business” della Avio, ma è l’aereonautica e gli acquirenti di quel’85% sono la francese Safran e l’americana General Eletric.
GE è interessata a sviluppare e migliorare il settore aereonautico, non l’aerospazio, un fondo non fa ricerca fa soldi, Safran invece è una società del settore che non ha interesse a sviluppare una tecnologia spaziale in Italia, dato che la Francia detiene, vuoto per pieno, il monopolio del settore.
Se venisse la Avio acquistata resterebbe poco del know how che ci ha distinto nel lancio di Vega.
Intanto accade che dopo il progetto 27 ingegneri aerospaziali sono stati mandati a casa ed altri li seguiranno.
E’ tutta gente molto preparata e se in Italia non potranno lavorare, all’estero sicuramente verranno apprezzati.
Quando ho chiesto a Tajani come conciliava il suo discorso con la situazione italiana mi è stato detto che sono stati investiti 7 miliardi nel sistema di navigazione Galileo.
Ok fantastico, ma di questi 7 miliardi quanti andranno all’Italia e si riuscirà ad evitare l’impoverimento del nostro sapere o vogliamo continuare a regredire?
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